Paolo Ciapparelli racconta:
É possibile dare futuro allo Storico?

21 Settembre 2022
bitto storico slow food

Quando aprimmo la Casèra di Gerola Alta circa 12 anni fa, al termine di una visita guidata di un gruppo di persone, una di queste mi avvicinò chiedendomi: “Sig. Ciapparelli, tutto quello che ci ha detto è vero? Esiste ancora o è solo nella sua testa?” Aveva capito tutto.

Raccontavo di com’era la produzione storica, rimasta intatta per secoli fino agli anni ‘60. “Il pascolo turnato, i calècc, la mungitura a mano, la capra orobica, gli attrezzi in legno, i barech, la lavorazione a caldo, la Bruna Alpina, il rito della pesa, ecc. Questo esclusivo metodo di monticazione esisteva allora ancora al 70%, e io mi sentivo autorizzato a difenderlo al 100%. Mi autoassolvevo dicendo: “se racconto il 30% di “balle” ne ho diritto, dato che chi promuove il nuovo Bitto racconta il 100%”.

Quali le cause di questa decadenza? Ho individuato tre criticità principali che ostacolano il futuro della nostra produzione: 1. OSTRACISMO ISTITUZIONALE, 2. ASSENZA DEI COMUNI DI RIFERIMENTO, 3. FRAGILITA’ DEI PRODUTTORI. 

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